notizia

Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia hanno raggiunto un accordo per esentare reciprocamente i controlli sulle esportazioni di tecnologie di difesa. Più informazioni condividono, maggiore è il rischio di fughe di informazioni.

2024-08-16

한어Русский языкEnglishFrançaisIndonesianSanskrit日本語DeutschPortuguêsΕλληνικάespañolItalianoSuomalainenLatina

[Jiang Ailing, reporter del Global Network Report] Il 15 ora locale, il New York Times ha riferito che gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia hanno concordato di esentarsi a vicenda da una serie di controlli sulle esportazioni di tecnologie di difesa per promuovere il commercio e la cooperazione tra i paesi tre paesi nella ricerca, sviluppo e produzione di armi. I media stranieri hanno opinioni diverse al riguardo. Reuters ha esagerato affermando che si tratta di un importante passo avanti nella promozione dell'accordo Trilateral Security Partnership (OKUS) tra Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Il New York Times ritiene che condividere di più possa aumentare il rischio di fughe di notizie.

Il New York Times ha affermato che l'accordo trilaterale annunciato il 15 era un prodotto del quadro "Ocus". L’accordo mira a riunire i tre paesi per sviluppare congiuntamente sottomarini nucleari e altre tecnologie avanzate. Armonizzerebbe le regole di base tra le aziende dei tre paesi ed eliminerebbe molte barriere alla condivisione della tecnologia, ma allo stesso tempo le aziende coinvolte manterrebbero il controllo delle tecnologie più sensibili e in alcuni casi aumenterebbero le sanzioni per le violazioni.

Per quanto riguarda la conclusione di questo accordo, i funzionari australiani e statunitensi hanno attirato l’attenzione sulla Cina, sostenendo che si trattava di un passo importante verso la modernizzazione tecnologica in un momento in cui la Cina ha fatto rapidi progressi e gli Stati Uniti hanno difficoltà a soddisfare il fabbisogno globale di armi.

Secondo i funzionari australiani, il nuovo quadro giuridico esenterà oltre il 70% delle esportazioni statunitensi in Australia dai requisiti di licenza, che sono attualmente controllati dalla normativa statunitense sul traffico internazionale di armi (ITAR).

Il New York Times ha dichiarato che i dettagli di questa cooperazione non sono ancora stati determinati. Il rapporto prosegue menzionando i rischi posti da questo accordo e osservando che una maggiore condivisione potrebbe significare più spionaggio e un aumento del rischio di divulgazione di segreti agli oppositori.

Il rapporto cita anche alcune voci critiche nel settore della difesa secondo le quali questo approccio evidenzia un altro rischio: l’eccessiva regolamentazione. Alcuni temono che la paura delle punizioni possa compromettere gli sforzi di reclutamento e avere un “effetto raggelante” sulla cooperazione.

Il rapporto menziona che Charles Edel, capo del settore australiano presso il Center for Strategic and International Studies, un think tank statunitense, ha affermato: "Lo scopo di modificare queste normative è quello di rafforzare la cooperazione, l'innovazione e gli investimenti nelle capacità di difesa. In conclusione analisi, l'efficacia di questi cambiamenti dipenderà maggiormente dalla risposta del settore privato a questi cambiamenti, non dalla posizione dei tre governi."