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l'industria della moda italiana sta rallentando e le entrate potrebbero scendere a 100 miliardi di euro quest'anno

2024-10-07

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secondo il rapporto “fashion economic trends” diffuso dalla camera nazionale della moda italiana, il fatturato dell’industria italiana della moda (compreso l’indotto come occhialeria e bellezza) raggiungerà i 97,7 miliardi di euro nel 2024, in calo del 3,5% rispetto al 2023, sfiorando i 100 miliardi di euro.
fonte: internet
secondo la camera nazionale della moda italiana, i segnali di rallentamento del settore moda sono presenti già da tempo: dal rallentamento della crescita dei colossi del lusso al calo dei consumi nel mercato cinese, dall'aumento dei costi logistici causato dal conflitto in medio oriente ai costi dell'energia e delle materie prime causati dal conflitto russia-ucraina, inoltre, hanno avuto un impatto anche una serie di importanti elezioni politiche in europa e negli stati uniti e gli alti costi valutari; ..
i dati mostrano che i settori “core” del settore moda sono stati particolarmente colpiti: le vendite di tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria sono diminuite del 10% nel primo trimestre e del 6,7% nel secondo trimestre. d'altro canto, gli altri settori dell'indotto (bellezza, occhiali, gioielleria e bigiotteria) hanno mostrato una crescita in entrambi i primi due trimestri (+4,9% e +3,2%), compensando parzialmente il calo del settore principale.
nonostante la complicata situazione internazionale, le esportazioni continuano a trainare lo sviluppo del “made in italy”. nei primi cinque mesi di quest'anno, le esportazioni di prodotti legati alla moda sono aumentate del 5,1%. entro la fine del 2024 le esportazioni dovrebbero raggiungere i 94 miliardi di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al 2023. il mercato interno italiano (compreso il mercato b2b) è nel periodo più difficile, e anche il calo delle importazioni dell’1,4% conferma questa situazione.
il lato positivo è che il surplus commerciale di 46,1 miliardi di euro deriva dall’aumento delle esportazioni, che sono state di 14 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2019. va sottolineato che le aree core dell’industria della moda mostrano enormi differenze rispetto alle altre aree: l’export delle aree core è diminuito del 2,8% nei primi cinque mesi, mentre le esportazioni nelle altre aree correlate sono aumentate di quasi il 30%, principalmente a causa ciò è dovuto al boom dell'industria della gioielleria (+58%) e alle esportazioni record verso la turchia, gli emirati arabi uniti, la spagna e il regno unito.
lorenzo galanti, direttore generale dell'associazione italiana del commercio estero, ha dichiarato: “a livello globale c'è una forte domanda di prodotti made in italy legati alla moda e dobbiamo cogliere questa opportunità perché l'industria della moda è più diversificata rispetto ad altre industrie e contribuisce a consolidare quella italiana immagine di eccellenza a livello globale, l’instabilità geopolitica e i conflitti possono avere un grave impatto sulle catene di fornitura e sulla logistica, richiedendo alle aziende manifatturiere italiane una forte adattabilità e flessibilità per far fronte al miglioramento delle prospettive e alla continua crescita della domanda. i mercati rispondono e colgono le opportunità e la sostenibilità e innovazione sono ambiti in cui le aziende italiane possono differenziarsi sui mercati esteri”.
"questo è un momento critico. sappiamo tutti che le guerre sono in corso in gran parte del mondo, e anche i consumi nel mercato cinese sono in calo, ma le prospettive per l'industria della moda italiana saranno ancora di crescita: ci aspettiamo una crescita di 20% nei prossimi 5 anni." moda italiana carlo cappassa, presidente della camera di commercio, ha affermato: "dobbiamo mostrare resilienza nei prossimi 12-18 mesi e lavorare per costruire sistemi solidi, che si tratti di un grande marchio o di piccola impresa ecco perché abbiamo il governo ha chiesto una serie di misure, a cominciare dalla tutela delle piccole e medie imprese e dall'erogazione di fondi speciali per le aziende con meno di 15 dipendenti, e il governo sembra aver già iniziato a lavorare. sugli aspetti correlati”.
lo scrittore collaboratore li shi
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